La LAV si occupa dall’inizio degli anni ‘90 della sperimentazione animale per fini cosmetici. Il frutto di impegno e perseveranza ha portato nel 1993, insieme alle maggiori associazioni animaliste europee, ad ottenere dalla Commissione Europea la promessa di un bando ai test su animali su prodotto finito ed ingredienti cosmetici entro il 1998 (Direttiva 2003/15/CE). Il bando è stato più volte rimandato, arrivando alla totale esclusione dei test
animali in questo campo di applicazione nel 2013.
Il 2009 rappresenta, però, un anno positivamente importante; infatti, l’11 marzo è entrato in vigore, il secondo stop riguardante i divieti previsti dalla normativa (il primo nel 2004 con il divieto di testare prodotti cosmetici “finiti” su animali) che porta alla quasi totale esclusione dell’uso degli animali vivi per fini sperimentali nel campo della cosmesi. Rimangono in vigore, ancora per pochi anni, tre test fortemente invasivi, quali: tossicità per uso ripetuto, tossicità riproduttiva e tossicocinetica (assorbimento, distribuzione, metabolismo ed escrezione della sostanza in esame).
Negli ultimi anni sono stati molti gli sforzi economici, politici e scientifici per lo sviluppo di test sostitutivi all’uso di animali, i quali, oltre al vantaggio etico, sono anche migliori sotto il profilo scientifico e quindi di sicurezza per i consumatori; sono, infatti, già disponibili sul mercato più di 20.000 ingredienti cruelty-free.
In attesa del 2013, per evitare di contribuire alla sperimentazione animale con l’acquisto di prodotti che contengono ingredienti di nuova formulazione, la LAV consiglia di attenersi alle aziende che hanno sottoscritto lo Standard Internazionale “Non Testato su Animali”, l’unico disciplinare riconosciuto a livello internazionale in grado di indicare ai consumatori le aziende produttrici di cosmetici che hanno deciso di non contribuire alla sperimentazione animale, impegnandosi a utilizzare solo materie prime già presenti sul mercato prima della data sottoscritta nello Standard. Impegnarsi a utilizzare materie prime già esistenti e fissando una data ben precisa come spartiacque, è oggi l’unico modo concreto per dire stop ai crudeli e inutili esperimenti su animali per fini cosmetici. Il razionale dello Standard è che se ipoteticamente tutte le aziende vi aderissero, cesserebbero immediatamente i test su animali per fini cosmetici poiché non ci sarebbe più mercato di nuove materie prime. Lo Standard Internazionale “Non testato su Animali” è un’iniziativa unitaria delle più importanti associazioni antivivisezioniste e animaliste nel mondo, è coordinato dalla ECEAE (European Coalition to End Animal Experiments) e gestito in Italia dalla LAV. Esso prevede controlli presso le imprese aderenti da parte di una società indipendente di auditing, nel nostro caso ICEA (Istituto per la Certificazione Etica e Ambientale), non è quindi una lista di imprese che si autocertificano. Per ottenere il riconoscimento di adesione allo Standard l’azienda deve inviare della documentazione contenente informazioni dettagliate sulla produzione, comprese dichiarazioni di fornitori e produttori di materie prime, dopodiché, se la documentazione risulta completa e corretta, l’azienda può richiedere la visita ispettiva di ICEA, che, attraverso il suo personale tecnico, organizza un controllo sul campo. Solo in seguito all’esito positivo della visita ispettiva da parte di ICEA, la LAV inserisce l’azienda nella propria lista.
Ad oggi sono più di 20 le aziende italiane che hanno sottoscritto lo standard, e altre sono in corso di certificazione. La lista delle ditte aderenti viene costantemente aggiornata sul nostro sito www.lav.it all’interno della campagna cosmetici. Il bando dei test cosmetici su animali, rappresenta un importante cambiamento nello scenario scientifico e culturale, che fonda solide basi per l’accettazione di una ricerca senza animali e stimola la coscienza individuale.
Articolo di Michela Kuan
pubblicato sulla rivista "Impronte" (LAV), numero aprile 2009